Gli eSports mostrano i muscoli

Secondo quanto comunicato da Riot Games, società statunitense sviluppatrice di videogiochi, e avallato dalle statistiche rilevate da Twich (principale piattaforma di streaming), sono stati oltre 100 milioni gli account che lo scorso 18 dicembre hanno seguito in diretta le finali mondiali di League of Legend, il più importante videogioco al mondo per numero di utenti attivi. Un numero impressionante in senso assoluto, che acquista ancora maggior risalto se lo si paragona alle performance degli eventi sportivi tradizionali come il Super Bowl o la finale di Uefa Champion League: il primo ha avuto, nella sua edizione 2019, 90 milioni di telespettatori mentre il secondo solitamente si attesta intorno 300 milioni. Questi numeri fanno capire le dimensioni di un fenomeno mediatico, che sta crescendo di anno in anno.

Altri titoli, con differenti caratteristiche da League of Legend, attirano milioni di appassionati: basta citare Fortnite con il suo più importante giocatore Richard Tyler Blevins, detto Ninja (ritenuto tra i 100 personaggi più influenti del 2019 secondo Time), o Fifa e Pes che daranno vita, da Marzo 2020, alla “eSerie A Tim” con il coinvolgimento diretto delle società di calcio di serie A.

Gli eventi eSport non sono solo account web ma anche eventi fisici. Veri e propri spettacoli dal vivo. La finale di League of Legend (LoL), per esempio, si è disputata all’Accord Arena di Parigi con 20.000 spettatori dal vivo; i biglietti per questo appuntamento, come per tutte le tappe intermedie, sono andati sold-out in pochi minuti.

Il consolidamento di queste nuove forme di intrattenimento porta molte aziende ad analizzare quali aspetti possano essere una minaccia e quali un’opportunità di questo che sta diventando un vero e proprio cambiamento culturale. Innumerevoli sono stati gli sponsor che hanno voluto essere presenti durante l’intero campionato di League of Legend, che ha selezionato cyberatleti (o eathlete) in tutto il mondo. Da Kia Motors a Perfetti van Melle, da Red Bull a Oddo, da Vodafone a Mastercard, fino ad arrivare a Luis Vuitton che ha voluto disegnare il trofeo chiamato “Summoner’s Cup” oltre a una linea di accessori e abbigliamento.

Forse tra qualche anno, nelle chiacchiere da bar, si parlerà di più della “Summener’s Cup” di League of Legend che della “Coppa dalle Gradi Orecchie” della Uefa Champions League. Sicuramente per milioni di millenial e di ragazzi della generazione X è già così, creando un mutamento sia di costume che di utilizzo dei media.

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