Con lo smartphone sempre in mano: la Generazione Alpha ritratta da una ricerca di Infobip

Cresciuta in un mondo dove la tecnologia è immediata e a portata di mano, la Generazione Alpha (costituita dai nati dopo il 2010) si affaccerà presto al mondo dei consumi in modo autonomo. Ed è su questa generazione di consumatori del futuro che è incentrata “Generazione Alpha, come sarà il consumatore del 2030?”, la ricerca condotta da Infobip in collaborazione con Bva Doxa per offrire dati e insight alle aziende e ai brand che vogliano farsi trovare pronte nello strutturare relazioni e iniziative in grado di incontrare le preferenze e le attitudini di questo target.

L’indagine, che ha coinvolto 405 bambini e ragazzi italiani suddivisi nelle fasce d’età 6-10 e 11-15 anni, evidenzia quanto in generale questa generazione sia immersa nella tecnologia digitale: tra i 6 e i 15 anni, infatti, il 91% ha utilizzato uno smartphone per connettersi a internet, l’84% una smart tv; il 77% ha preferito computer portatile e tablet e il 73% la console per i videogiochi. Oltre a essere il device più utilizzato, lo smartphone è anche quello maggiormente posseduto: il 60% degli intervistati ha dichiarato di aver ricevuto il primo telefono cellulare tra i 6 e gli 11 anni.

La tecnologia permea anche il modo in cui bambini e ragazzi comunicano con famigliari e amici: il 67% degli intervistati tra gli 11 e i 15 anni utilizza WhatsApp per parlare con mamma e papà, percentuale che raggiunge l’83% quando si tratta di rimanere in contatto con gli amici.

Anche la ricerca di informazioni e consigli è fortemente legata ai dispositivi tecnologici: l’80% dei ragazzi utilizza i device per fare i compiti, mentre si affida sempre più a Google, YouTube, social media e influencer quando cerca notizie di attualità (66,7%) o informazioni sui prodotti (57,7%). Inoltre, il 48% ha dichiarato di utilizzare chatbot e assistenti vocali più volte durante la settimana e il 60% li preferisce nella ricerca di informazioni proprio per la loro immediatezza e velocità di risposta.

Per comunicare con questa generazione iperconnessa, brand e aziende dovranno offrire un’experience che sia soddisfacente in termini di semplicità, immediatezza e personalizzazione: le comunicazioni dovranno essere mirate, basate sull’analisi delle informazioni che gli utenti desiderano ricevere e sugli eventi che innescano esperienze contestuali all’interno del customer journey. Ad esempio, se amano cercare scarpe sul cellulare, si aspetteranno che vengano inviate offerte via email, sms o WhatsApp con suggerimenti di prodotti e promozioni attinenti. Le aziende dovrebbero quindi sfruttare i dati relativi al comportamento e al sentiment dei clienti per personalizzare la messaggistica, il tipo di contenuto e la tempistica.

Altro fattore determinante, sottolinea la ricerca, è la personalizzazione: tutte le customer experience dovrebbero essere gestite all’interno di un’unica piattaforma per avere visibilità delle informazioni rilevanti e delle comunicazioni precedenti. Una visione unificata consente insomma un approccio realmente integrato.

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